Negli ultimi sei mesi, ho deciso – anche a causa della noia di dover operare stretti nelle procedure di una multinazionale e cercando un minimo di rielaborazione creativa – di prendere in mano una situazione “sgarrupata” e un po’ bisfrattata, ho deciso che non era vero che non funzionava e ho fatto in modo di aver ragione. Siccome mi piace aver ragione, al traguardo di 6 mesi avevo messo in piedi una situazione esemplare e citata come capolavoro di organizzazione e redditività. Bene, ma non mi sto lodando e imbrodando, perchè il punto di questo preambolo è che la vera differenza è stata fatta dagli altri, io ho solo messo a nudo le mie intenzioni e le mie capacità senza nascondere niente e ho dichiarato chi volevo e cosa volevo fare; un uomo che si mette nudo è difficile che stia mentendo, quello che dice deve per forza essere vero.
Gli altri mi hanno scelto e hanno deciso di venire con me per raggiungere quel risultato che fino a pochi mesi fa vedevo solo io. Gli altri sono diventati “noi” si sono messi nudi, coesi, a testa bassa e insieme abbiamo cambiato le cose. Gli altri (non ancora nel “noi”) hanno riconosciuto il risultato e lo hanno sposato diffondendolo e facendo si che diventasse quasi “leggenda” (per leggenda intendo quel racconto che – per forza di cose – diventa grande ed epico).
Alla fine posso confermare che i risultati si ottengono solo con gli altri – noi siamo esseri sociali inesistenti senza gli altri cui comunicare chi siamo – e posso anche confermare che essere testardi e voler avere ragione può essere un grande fattore di motivazione, o per lo meno può essere un precussore dei fattori che motivano, un preincantesimo prima del mojo vero e proprio.