Arriva San Valentino e arriva la BIT, e anche arrivano le elezioni, sembra proprio di vivere un dejà vu. San Valentino è facile da gestire, ce la si può cavare con una scatola di cioccolatini, le elezioni pure, basta fare attenzione a non sbagliare il simbolo e non creare “merdoni” governativi. Diverso è per la BIT, si tratta di un evento con molti livelli comunicativi.
In primo luogo è lo specchio dello stato del mercato turistico e culturale Italiano, infatti l’abbondanza o la mancanza di espositori e visitatori riflette lo stato del mercato, e negli ultimi anni il segnale era triste. Triste perchè i Tour Operator erano pressochè scomparsi (collateralmente stanno scomparendo dal mercato), triste perchè gli Enti del Turismo non offrivano nulla di realmente nuovo (collateralmente la loro offerta è morente e ripiegata su se stessa), triste perchè i visitatori professionali e il pubblico giravano a vuoto cercando idee e soluzioni (collateralmente se la devono cavare da soli).
Tutto questo non fa altro che essere specchio dello stato del mercato turistico italiano, dove i produttori e i promotori sono in prognosi riservata se non in rianimazione, in uno stato che continua a peggiorare. Certo c’è la crisi, c’è internet, c’è concorrenza…
Tutte scuse, perchè se chi ha il ruolo di produrre viaggi si occupasse professionalmente e con competenza di fare il suo lavoro in un mercato dinamico, libero e concorrente non può che avere risultati. Se un’Ente del Turismo si occupasse di promuovere efficacemente e con competenza la sua destinazione senza cazzeggiamenti vari, non avrebbe nulla da lamentare e tranquillamente vedrebbe i suoi risultati.
Il problema del turismo purtroppo è uno solo, la scarsa (se non nulla) professionalità di chi sta ai vertici. E’ un morbo che uccide e spegne ogni sviluppo, aprendo la strada al nulla e al disastro, e la passione sfrenata dei piccoli operatori e dei dipendenti che accettano stipendi da fame pur di lavorare nel turismo, non basta più a mantenere a galla il sistema. Ed è un gran peccato perchè il turismo è libertà, è comunicazione, è crescita sociale e culturale, è ricchezza. Bisogna avere il coraggio di dire agli incompetenti di farsi da parte e di ricominciare da zero, sostituiamoli con chi ha dimostrato, numeri alla mano, di portare risultati.