Pianificare il rapporto con il territorio: “il mio tessoro”

La mia esperienza professionale con la città di Angera è stata

Rocca di Angera – ©2022 Pier Paolo Solinas

tra le esperienze più appassionanti che ho avuto la fortuna di vivere. Si tratta di un piccolo Borgo sulla sponda lombarda del lago maggiore, è stata porto romano, via di snodo per i trasporti verso le Alpi, avamposto strategico della città di Milano (dominata dall’imponente Rocca Borromea) e negli ultimi decenni destinazione per la villeggiatura. Dagli scavi archeologici di Angera sono emersi dei reperti di straordinaria importanza, tra cui delle forme di pane; analizzandole si è potuto risalire anche al tipo di frumento usato per la loro preparazione. Parliamo quindi di una destinazione interessantissima dal punto di vista storico, immersa in uno spazio naturale unico che permette passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo oltre che destinazione lacustre perfetta per gli appassionati degli sport nautici e delle aree naturali umide e palustri.

Il turismo è stato nella seconda metà del secolo scorso fonte di reddito per molti degli abitanti di Angera, tuttavia non sufficiente ad evitare il fenomeno della fuga delle generazioni più giovani verso Milano o Varese, generazioni attirate dalle molte possibilità professionali. Angera ha delle ottime potenzialità turistiche che potrebbero essere sviluppate e potrebbero creare occasioni di crescita economica sostenibile; ad esempio il pane ritrovato negli scavi archeologici è stato riproposto da alcune panetterie del centro storico del borgo, qualche ristorante ha creato dei piatti utilizzando il pane di Angera combinato a prodotti locali, si tratta di piatti a base di pesce di lago o verdure. Se aggiungiamo la coltivazione dello zafferano (permessa dalle particolari condizioni climatiche) e la raccolta di miele millefiori nelle colline e montagne soprastanti Angera, possiamo iniziare ad intravedere una unicità culinaria territoriale con una forte potenzialità attrattiva. L’offerta di prodotti culinari diventa quindi un’esperienza che si può vivere solo ad Angera: ossia diventa un prodotto turistico con forti potenzialità di sviluppo economico.

A questo punto diventa necessario impostare le attività di creazione del prodotto turistico tipiche degli organi a monte (siano essi consorzi privati o enti pubblici di promozione territoriale), le attività di promozione e quelle di commercializzazione (queste ultime anche grazie alla rete delle agenzie viaggi di produzione e commercializzazione pacchetti). Se gestito nel migliore dei modi questo insieme di attività non potrà che provocare l’apertura di attività economiche specializzate (ristorazione, scuole di cucina e di panificazione, fattorie per la raccolta del miele e dello zafferano ecc) oltre che a tutti i servizi di contorno come le attività alberghiere, le attività commerciali e così discorrendo. Possiamo dire che esiste la concreta possibilità di utilizzare l’eredità culturale dei Romani per ridare slancio e sviluppo economico, sociale e culturale ad Angera.

Sono sicuro che ci sono migliaia di borghi e città che hanno un tesoro in casa con le potenzialità di diventare il motore di uno sviluppo sostenibile, semplicemente essendo sempre stato lì sotto gli occhi non lo si vede più. In tutti questi casi un grosso aiuto è affidarsi ad estranei professionisti del turismo e della pianificazione territoriale che venendo da fuori possano mantenere quello sguardo curioso e anche entusiasta e possano vedere il tesoro celato davanti a tutti.

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